Il primo sguardo by Ermanno Olmi

Il primo sguardo by Ermanno Olmi

autore:Ermanno Olmi [Manzoni, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 0469e4665e77c3edff68f6e4e6b59f812ba3189d
editore: Bompiani
pubblicato: 2015-05-07T22:00:00+00:00


RUPI DEL VINO

Produzione: Ipotesi Cinema, Fondazione ProVinea, con Banca Popolare di Sondrio, Provincia di Sondrio, Fondazione Cariplo, 2009.

Il documentario nasce da un’idea dell’economista d’impresa Marco Vitale, grande conoscitore della Valtellina e amico di Ermanno Olmi. Vitale propone al regista di realizzare un ritratto della valle, con i suoi particolari vitigni e le forti tradizioni enologiche. Il filmato è dedicato a Mario Soldati e al suo libro L’avventura in Valtellina.

Per cogliere l’insieme della bellezza della Valtellina e dei suoi vitigni terrazzati e incuneati tra le rocce, Olmi ha girato il film durante le quattro stagioni.

Un elicottero trasporta dentro a un cassone di legno un pianoforte su un alpeggio dove si terrà un concerto, vicino a un laghetto di montagna, cui assisteranno dei giovani. Inizia così il documentario di Olmi che è commentato da brani letterari dedicati alla Valtellina. Da quelli di Mario Soldati (“Per chi arriva dalla via del Lago di Como alle sei del pomeriggio da giugno a settembre è l’ora trionfale della Valtellina…”), allo storico bormiese Gioacchino Alberti (“Questa terra abbonda di castagne e di vini squisitissimi della bontà dei quali molti storici parlano, sia antichi come moderni”), a Indro Montanelli (“Questa gente vive soprattutto di due cose: di vino e di onestà. Il vino lo spremono da certe vigne inerpicate a terrazze sui fianchi della montagna, l’onestà è quella che impedisce ai benestanti di diventare ricchi e ai poveri di diventare miserabili”).

Scorrono immagini di operai che intagliano grandi pietre, ponti romani, paesi, chiesette, boschi che danno l’idea di un territorio ancora integro.

Per entrare nel vivo delle tradizioni enologiche della valle il filmato è accompagnato dai brani dei Ragionamenti di agricoltura (Sondrio, 1752) del pittore Pietro Ligari.

Si parla delle cantine tipiche, i crotti, della legislazione che sovrintende al lavoro dei tavernieri dell’epoca e delle diverse fasi di lavorazione nei vitigni, di cui il più nobile è il Nebbiolo.

Per preservare i vitigni sono fondamentali i lavori invernali: a novembre con lo sradicamento dei roveti e il trapianto di nuove viti, a dicembre con l’allestimento di muraglie di pietra ben asciutta per proteggerli dal gelo, a gennaio con le grandi pietre spaccate per conquistare nuovi terrazzamenti.

Attorno, nella valle, Olmi riprende – accompagnati dal suono delle campane – affreschi della Madonna con il Bambino, chiesette immerse nella nebbia, rigogliosi torrenti di montagna, la neve che scende copiosa sui vitigni, le antiche botti con vini pregiati: Sforzato, Sassella, Inferno, Grumello. La chiamano “la viticultura eroica”, a significare l’eccezionalità dell’opera umana in un territorio non facile: da Ardenno a Tirano si trova la più vasta area terrazzata d’Europa protetta da duemilacinquecento muretti a secco.

L’elicottero fa la spola per trasportare nuova terra per i terrazzamenti. Ogni terrazzo è un piccolo miracolo di ingegneria.

I precursori più probabili sono stati gli Etruschi che, secondo Enzo Biagi, erano “bevitori affatto zotici, sapevano distinguere e apprezzare”. La primavera si avvicina, a marzo si piantano tranciaroli di viti. Si scorge la strada panoramica del Passo San Marco che si chiama così perché, quando il bergamasco apparteneva alla Repubblica di Venezia, era il transito tra la Valtellina e Venezia.



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